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lunedì 21 maggio 2018

Terapia sistemico relazionale e counselling psicologico cognitivo-comportamentale



A volte in difficoltà può esserlo un singolo individuo, altre volte una coppia, in altre occasioni ancora una famiglia, o anche un gruppo appartenente a un contesto lavorativo, come per esempio una equipe. Siamo abituati a pensare alla terapia psicologica prevalentemente come relazione tra due individui: un paziente e uno psicologo, immagine molto legata alla psicologia, alle sue origini, e ad anni e anni di terapie condotte esclusivamente in questo formato uno a uno.

Sia la terapia sistemico relazionale che la consulenza o counselling psicologico cognitivo-comportamentale hanno lo scopo di comprendere, definire, chiarire il problema che porti e giungere ad una possibile soluzione. Durante i primi colloqui si raccolgono informazioni generali, sia attraverso il colloquio verbale che l’utilizzo di test, che permettono di comprendere meglio la situazione (ex: dati riguardo la storia del disturbo presentato, la famiglia attuale e di origine, il lavoro, l’ambito sociale, i comportamenti, i modi di pensare, le abitudini, la salute, le relazioni con le altre persone, eventuali sintomi manifestati e il loro esordio). Successivamente a questi incontri iniziali, ci sarà una restituzione e condivisione di quanto emerso (ex: qual è il problema, come si può affrontare e i passi da compiere) e la proposta di un intervento terapeutico; insieme decideremo se vogliamo affrontare questo percorso, quale sia la frequenza degli incontri più adatta a te e gli obiettivi che vuoi raggiungere. 



La terapia sistemica e il conselling cognitivo comportamentale utilizzano strumenti e teorie di riferimento proprie di due differenti correnti di pensiero, per l'appunto: la teoria sistemico relazionale e quella cognitivo-comportamentale. Per esempio, l'APPROCCIO COGNITIVO COMPORTAMENTALE parte dal presupposto che il disturbo psicologico è causato da distorsioni ed errori di pensiero che generano convinzioni errate e di conseguenza comportamenti disadattivi, mantenuti ed alimentati in un circolo senza fine. L’intervento agisce sulla modificazione di tali pensieri e comportamenti distorti ed auto danneggianti, e sulla rimodulazione di emozioni eccessivamente intense. 

La TERAPIA SISTEMICO RELAZIONALE presta molta attenzione alle relazioni che si instaurano durante i primi anni di vita (teoria dell'attaccamento) con i caregiver e successivamente con gli altri individui appartenenti al proprio sistema di riferimento; essa parte dal presupposto che l'individuo è parte di un sistema composto da più persone: la famiglia, il contesto lavorativo o scolastico, la società e ancora più in grande le diverse culture. In ogni sistema, le interazioni tra i suoi membri, determinano una reciproca influenza e modulazione di pensieri, emozioni e comportamenti, questa reciprocità favorisce la strutturazione di particolari dinamiche e, a volte, problemi di natura psicologica. Ogni sistema può essere promotore di un disagio ma anche di benessere, in quanto aiuta alla sua comprensione e risoluzione. 

La terapia individuale solitamente viene chiesta da un individuo per sé stesso, dopo una iniziale valutazione del professionista ed una proposta di intervento psicologico, qualora si confermasse l'opportunità di procedere con un formato individuale gli incontri avranno luogo principalmente tra psicologo e paziente, sarà tuttavia possibile, concordandolo con il paziente, convocare familiari o parenti ritenuti importanti nello svolgimento del percorso.

La terapia di coppia può essere chiesta da uno o entrambi i coniugi che hanno intenzione di provare a risolvere alcune difficoltà della coppia stessa o che vogliono rilanciare sul loro legame dopo eventi particolarmente spiacevoli quali tradimenti, separazioni temporanee, lutti familiari, incomprensioni caratteriali. Questo tipo di formato prevede generalmente la presenza di due terapeuti, incontri di due ore a fronte di una frequenza mensile (un incontro una volta al mese). 

La terapia familiare viene chiesta più spesso da un genitore preoccupato per un figlio piccolo, adolescente o giovane adulto che sta affrontando uno specifico problema o un periodo difficile. Gli incontri prevedono la presenza dei genitori e del paziente, ma può comportare anche il coinvolgimento di altri fratelli o familiari stretti o lontani se ritenuti necessari al processo terapeutico. Anche in questo caso le sedute sono generalmente condotte da due terapeuti, durata di due ore e frequenza ogni tre o quattro settimane, passibile di cambiamenti in base alla gravità del problema trattato.

Quando si tratta di terapie di coppia o familiari, l'approccio sistemico predilige il lavoro di equipe, cioè la presenza di due terapeuti. Perchè? Due teste pensano meglio di una, quattro occhi vedono meglio di due, le idee, le ipotesi, le strategie e le risorse si moltiplicano mentre i tempi di intervento diminuiscono. Lavorare in una equipe è molto importante per potersi confrontare, mantenere l'attenzione su una moltitudine di sfaccettature e garantire un riferimento individuale ai membri della coppia o della famiglia qualora ce ne fosse la necessità.

La scelta di utilizzare uno strumento piuttosto che un altro, così come privilegiare un approccio oppure l'altro, sarà una mia decisione, in base alla valutazione del contesto; ogni scelta verrà condivisa e discussa ... la terapia è un processo di costruzione che si fa insieme.

Settimana prossima vi darò qualche dritta per conoscere la tecnica dell'EMDR. Se proprio non riesci ad aspettare clikka qui e continua leggere. Arrivederci!