INTEGRAZIONE, LA STRADA MIGLIORE PER OGNUNO DI NOI: PAZIENTI E PROFESSIONISTI. “IL TUTTO È PIÙ DELLA SOMMA DELLE SUE PARTI”: UNA VERA INTEGRAZIONE TRA PSICOLOGIA E MEDICINA MOLTIPLICHEREBBE I BENEFICI E I RISULTATI.
Quando, scorrendo le dita sullo schermo del mio
smartphone, mi accingo a controllare la mia casella e-mail, so già che troverò
decine di messaggi inutili: vendite, pubblicità, aggiornamenti da qualunque
tipo di sito al quale mi sono iscritta per sbaglio o volutamente negli ultimi
dieci anni....una giungla di lettere elettroniche!! Molto spesso, più con noia
che con curiosità, inizio a sfogliare ed eliminare tutti i messaggi futili, giocando
una sorta di caccia al tesoro alla mail che valga la pena di essere aperta e
letta.
Un giorno come tanti altri il premio della mia ricerca
è stato un articolo dal titolo accattivante, che parla di psicoterapia, farmaci
e psichiatria. Cliccando sul link per leggerne il contenuto, temevo, in tutta
onestà, di trovarmi davanti le solite cose trite e ritrite di cui si è parlato
un milione di volte, ma, con grande e gradita sorpresa, l'articolo è stato
inaspettatamente interessante e completamente in linea con la mia personale
visione rispetto a come dovrebbe essere il rapporto tra medicina e psicologia.
Personalmente ho notato che, purtroppo e spesso,
psicologi e medici invece di schierarsi sullo stesso fronte e cooperare per
trovare una soluzione integrata, in favore di un maggior benessere del
paziente, si arroccano sulle proprie posizioni difendendo teorie e protocolli e
spendono tempo nel cercare di stabilire o dimostrare chi tra i due abbia ragione,
con il rischio di percorrere strade differenti e non condivise. In qualche
occasione però, ammetto con sincerità, di essermi piacevolmente ricreduta
conoscendo medici e psichiatri in particolare, con una visione più umanista che
organicista che mi hanno fatto continuare a credere che questa integrazione, sia
ancora possibile, e la strada migliore per ognuno di noi: pazienti e
professionisti.
L'articolo di cui parlo, "Il farmaco in psicoterapia" scritto dal Dottor G. Palmieri, spiega come psicoterapia e
farmaco siano l'uno necessario all'altro per la cura di determinati disturbi, e
come spesso ci sia un’iperprescrizione di farmaci antidepressivi alle prime
avvisaglie di un disturbo, che non ha ancora raggiunto una gravità tale da
necessitare una prescrizione farmacologica, ma che potrebbe essere trattato con
terapie psicologiche. Segue una interessante spiegazione (supportata da una
ricerca del 2010) di cosa sia l’effetto placebo e quello nocebo di un
medicinale, e di quanto importante sia la relazione tra paziente e curante che lo
prescrive. La conclusione dell’articolo evidenzia come il ruolo del terapeuta
sia fondamentale nella comprensione, non solo della patologia di cui il
paziente è affetto (la cosiddetta diagnosi), ma ancor più chi sia il paziente
portatore di quella malattia: quali interpretazioni dà del farmaco?, come
reagirà ai suoi effetti e alla propria vita senza i sintomi dalla malattia?
Ecco che una tale comprensione svolge un ruolo importantissimo
nell’identificazione della giusta terapia farmacologica e psicologica.
Come saggiamente ha affermato Aristole, e la Psicologia
della Gestalt riprende: “il tutto è più
della somma delle sue parti”; una vera integrazione tra psicologia e
medicina moltiplicherebbe i benefici e i risultati ottenibili. Riuscite ad immaginare
come sarebbe poter fruire sia di un medico che di uno psicologo di famiglia?
che lavorano in tandem e si danno adeguato supporto l’un l'altro per migliorare
il benessere di ogni paziente? Ma questo è un tema che tratteremo in un prossimo
articolo.