4° parte - "Percorso di educazione emotiva per bambini e genitori …
che credono ancora nella magia delle emozioni".
Nello
scorso articolo abbiamo visto che il sorriso è una tra le prime manifestazioni
di gioia; tuttavia, abbiamo anche sottolineato che non sempre i sorrisi delle
persone sono espressioni sincere di felicità. Molto spesso, reazioni spontanee,
come ad esempio il sorriso, sono soggette ad interpretazioni ed apprendimenti
culturali o sociali che modificano la loro vera natura.
Vediamo
insieme come sia facile talvolta interpretare in modo erroneo o utilizzare per
scopi specifici il sorriso.
I più comuni errori di
interpretazione:
- Chi sorride più spesso è una persona
socievole, positiva e ottimista.
Non sempre è vero, sorridere tende ad abbassare l’ansia, esistono sorrisi
sinceri e sorrisi di circostanza, sorridere o non farlo non è un
affidabile indice per valutare
l’ottimismo o il pessimismo di una persona.
- Una donna che sorride poco viene vista
come una persona fredda, musona, poco socievole o triste.
- Una donna che sorride molto, e nello
specifico sorride a un uomo, può essere vista come seduttiva o provocante.
Usare il sorriso per uno
scopo specifico:
- In particolari
situazioni sorridere è un comportamento socialmente sollecitato ed auspicato:
per esempio quando si riceve un regalo che non piace, o quando si incontra una
persona non molto gradita. Esistono nella nostra società, regole tacite che
“impongono o consigliano” di attuare un determinato comportamento
- I
maschi sorridono meno delle femmine: questo sembra essere dovuto alla
promozione sociale di particolari modelli di comportamento maschile e
femminile. Un maschio più serio e austero sembra essere giudicato un uomo più
virile e meno avvezzo alle emozioni, considerate caratteristica più frivola e
femminile. Numerose ricerche testimoniano come, le donne, più inclini a
sorridere di più, siano anche quelle che riescono con più facilità a
discriminare se una persona sta provando una gioia sincera oppure sta fingendo,
o se il suo sorriso è dovuto ad imbarazzo, nervosismo, ecc.; esse sembrano essere
più abili a cogliere ed interpretare le emozioni altrui.
- Esporre
un sorriso falso, permette di mascherare agli altri ciò che rende realmente
felici o tristi, e di scegliere di condividerlo solo con chi si ritiene sicuro
e degno di fiducia, quindi, esporsi in modo meno sincero permette di tutelarsi.
Anche
se il sorriso sembra essere una delle prime manifestazioni visibili quando una
persona sperimenta gioia, non è l’unica. Infatti, tale emozione può essere
identificata da molti altri
elementi,
ed anche misura attraverso particolari parametri fisiologici.
Cosa accade nel nostro
corpo quando si sperimenta l’emozione della gioia?
- I
muscoli della faringe e della larige si rilassano e la voce è più chiara e
squillante.
- Aumenta
l’attività cardiaca, la conduttanza della pelle, il tono muscolare
- Si
modifica la temperatura corporea
- La
respirazione diventa irregolare
- C’è
un miglioramento della memoria e dell’apprendimento
- C’è
un peggioramento della capacità di valutazione in quanto si sottostimano i
rischi e si evitano informazioni negative
Ora
che abbiamo discusso delle funzioni, delle manifestazioni e delle modificazioni
corporee che la gioia può provocare in ognuno di noi, la cosa migliore che si
possa fare per conoscerla bene… è sperimentarla e viverla di persona, al di là
di tutte le teorie.
Clicca qui per scaricare le schede delle attività:
https://drive.google.com/file/d/0B2B16-ORoT79Nm80M1hZM01uRjA/view?usp=sharing
Buon divertimento!
ISTRUZIONI E RIFLESSIONI
PER LE ATTIVITA’ PROPOSTE
Scheda n.1 – L’attività ha lo scopo di far
conoscere al bambino le motivazioni che rendono le persone felici; questo gioco
lo porterà a confrontarsi con realtà diverse in quanto i motivi che fanno
essere felice un bambino sono molto diversi da quelli che fanno essere felici
un adulto, un anziano ecc.., La consegna potrebbe essere questa: “ scegli
quattro persone per te particolarmente importanti, e chiedi loro cosa le fa
essere felici. In ogni riquadro della scheda scrivi il loro nome o fai il loro
disegno e riporta quanto ti hanno detto.”
Gioco di gruppo: Gelato al
gusto “Tirami su” – Questa
attività può essere fatta sia in un piccolo gruppo che in un gruppo di più
ampie dimensioni (ad esempio: da 3/4 partecipanti fino a 15/16 bambini). Lo
scopo del gioco è mostrare ad un bambino tutte le caratteristiche positive che
possiede e che gli altri apprezzano. Il gioco può essere organizzato nello
specifico, per un bambino che in un particolare momento è giù di corda e quindi
per “tirarlo su”, o come attività ludica di gruppo per promuovere la conoscenza
e il confronto reciprochi. Le variabili posso essere diverse: l’attività può
essere fatta verbalmente oppure scrivendo su dei bigliettini di carta colorata;
dipende dall’età dei partecipanti, dal tempo, e a volte, dal grado di
timidezza. Valutate voi quale sia l’alternativa migliore.
Prendiamo
in esame l’opzione “gioco scritto” e attività ludica di gruppo:
I
partecipanti si dispongono per terra seduti in cerchio, ognuno di loro dovrà
avere davanti a sé una scatola “magica” (può essere per esempio una scatola da
scarpe, colorata o disegnata), foglietti colorati tanti quanti i partecipanti
al gioco meno uno(per esempio se giocano 10 bambini ognuno di loro dovrà avere
9 fogli), pennarelli o matite colorate a volontà.
Ad ogni bambino sarà
chiesto di scrivere su ciascun foglietto colorato, una caratteristica specifica
che apprezza di ciascun compagno. Esempio: se giocano 5 bambini, chiamati
A,B,C,D ed E, il bambino A dovrà scrivere su un foglio cosa gli piace di B, su
un altro foglio un aspetto di C che apprezza, e così via fino ad E. Successivamente,
i partecipanti, distribuiranno i biglietti scritti nelle scatoline di ciascun compagno, in modo tale
che, ogni bambino riceva nella propria scatola magica le frasi “tirami su” di
tutti gli altri compagni. Si potrà poi scegliere se far leggere a voce alta a ciascun
bambino quanto ricevuto, oppure lasciare che sia letto in privato e concludere i
gioco con una condivisione di gruppo sulle emozioni che tale attività ha
suscitato.