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domenica 10 marzo 2024

LUTTO: FAVORIRE L'ELABORAZIONE CON LA TERAPIA EMDR

"Posso scegliere di sedere in perpetua tristezza, immobilizzato dalla gravità della mia perdita, o posso scegliere di rialzarmi dal dolore e fare tesoro del regalo più prezioso che ho: la vita stessa."
Walter Inglis Anderson

Perdere qualcosa o qualcuno implica una distinzione tra due condizioni notevolmente differenti l'una dall'altra, ma che, comunque, possono causare in chi le sperimenta un grande dolore. La perdita da morte, anche definita perdita primaria, è la condizione in cui muore una persona cara; la perdita da non morte, detta anche perdita secondaria, è per esempio una separazione, un licenziamento, il cambiamento di una condizione economica o di stato sociale.

L'esperienza della perdita è solitamente  accompagnata da un corollario di reazioni fisiche (dolori, capogiri, svenimenti, insonnia, ecc.), emotive (disperazione, colpa, rabbia, tristezza, solitudine, sopraffazione , ecc.), comportamentali (ritiro sociale, incapacità di prendersi cura di sé da un punto di vista alimentare o igienico, ecc.) e psicologiche (mancanza di concentrazione, dimenticanze, senso di confusione o ottundimento).

Generalmente quando si parla di lutto si fa riferimento alla perdita primaria, ovvero alla scomparsa di una persona cara, si tratta però di una distinzione puramente linguistica perché nella realtà anche una persona che sta vivendo una separazione dal coniuge può vivere dentro di sé l'esperienza del lutto. Tuttavia in questa sede faremo riferimento al lutto come la condizione di mancanza fisica in seguito alla morte.

Essere in lutto ed elaborare il lutto sono due processi molto diversi: il primo si riferisce al vivere le reazioni sopra indicate, il secondo agli sforzi che l'individuo metterà in atto per gestire la perdita e produrre un adattamento alla scomparsa del proprio caro. 
Adattarsi alla perdita significa: 
• modificare i legami  psicologici che si hanno nei confronti del defunto, ovvero costruire una vicinanza psicologica che andrà a sostituire quella fisica che si aveva quando la persona era in vita. Questo processo prende il nome di internalizzazione della relazione, ed è quel processo, che in una fase di vita differente coinvolge il neonato e la propria mamma. Grazie all'internalizzazione il neonato è in grado di separarsi momentaneamente dalla madre senza piangere o disperarsi perché è riuscito a portare nella propria mente la rappresentazione buona della relazione con la madre, la sicurezza e la fiducia del suo ritorno.
• ridefinire la propria identità all'interno di una nuova dimensione di vita che non prevede la presenza fisica dell'estinto, ovvero rivedere chi si è senza la persona amata, per esempio passando dal vedersi/pensarsi come "moglie/marito di ... o mamma/papà di ..." a "una donna/un uomo"; 
• vivere in modo sano la quotidianità nel mondo senza il proprio caro.

L'entità del lutto può essere influenzata da numerosi fattori: 
• la natura della relazione affettiva con il defunto (buona, conflittuale, ambivalente, ecc.),
• la modalità della morte (morte annunciata oppure imprevista, morte violenta, stigmatizzazione della morte, come avviene ad esempio nei casi di suicidio, morti di più persone contemporaneamente o in un breve lasso di tempo), 
• aver vissuto in passato altre perdite, 
• la possibilità di accedere a risorse affettive (esempio: avere dei cari vicini in grado di fornire sostegno), spirituali (credere in una religione o far parte di una comunità religiosa), sociali (poter contare su amici, vicini, ecc.), 
• la modalità di ciascun individuo di instaurare  e mantenere relazioni affettive e soprattutto le modalità di gestione della separazione da una persona amata.

L' elaborazione del lutto è un processo che, attraversando diverse fasi, oscilla tra momenti di sofferenza, in cui si pensa al caro estinto, e momenti in cui si è impegnati a gestire la propria vita.
La prima fase prevede il raggiungimento della consapevolezza e comprensione della morte; la seconda fase è caratterizzata dalla reazione alla separazione e conseguente sperimentazione del dolore e delle reazioni psicologiche, fisiche e comportamentali sopra descritte. La terza fase passa attraverso il ricordo della persona cara e della relazione avuta con lei/lui; la quarta fase implica la rinuncia al legame fisico col caro; durante la quinta fase si sperimentano nuovi modi per vivere un mondo diverso e rivedere il proprio senso di identità. La sesta e ultima fase prevede la possibilità di reinvestire nuovamente nella propria vita, per esempio trovando un altro partner o dedicandosi a hobby e passioni, amici e lavoro, vita sociale, ecc.

L'elaborazione del lutto dovrebbe essere un processo naturale, tuttavia non sempre riesce a compiersi, qualche volta infatti si interrompe o viene ostacolato da alcuni fattori quali: 
• la negazione e repressione del dolore, 
• cancellazione dalla propria mente e vita del defunto, come se non fosse mai esistito, per es eliminando tutto di lui, foto, oggetti, vestiti, senza poterlo ricordare o non parlarndone mai,
• al contrario, rimanere attaccato al proprio caro senza per esempio cambiare nulla nella casa in cui si è vissuti insieme, conservare tutti i suoi oggetti anche ad anni di distanza, parlarne sempre come se fosse ancora in vita,
• paura a lasciare andare il dolore per la perdita perché interpretato come perdita definitiva del legame avuto.
Questi meccanismi psicologici, agiti in modo inconsapevole, e che hanno uno scopo autoprotettivo, in realtà  bloccano l'elaborazione sana del lutto e concorrono a creare una ferita che non viene completamente rimarginata ma che al contrario, anche a distanza di molto tempo, produce delle ripercussioni negative nel modo di pensare, di vivere il mondo emotivo o nel proprio comportamento nei confronti della vita stessa.

L'intervento EMDR è un valido strumento per facilitare una sana elaborazione del lutto o sbloccare un'elaborazione complicata; esso non è da intendere come scorciatoia rispetto alle fasi in cui si sperimenta tristezza o dolore ma come uno strumento che agevola questo difficile passaggio rispettando i tempi individuali. La morte non determina la perdita dell'attaccamento e del legame con il proprio caro, chi rimane ha bisogno di trovare un nuovo assetto in una rappresentazione interna del defunto, ed è proprio in questo che l'emdr facilita la transizione. Spesso, chi rimane è in grado di andare avanti nella vita senza il proprio caro proprio perché è riuscito a sviluppare una rappresentazione interna funzionale da portare con sé, attraverso l'emergere di ricordi positivi ha dato un senso alla relazione con l'estinto e al ruolo che quella persona ha rivestito nella sua vita e nella costruzione della sua identità, la certezza di essere stato amato e di avere amato diventa un elemento fondamentale nella costruzione di una internalizzazione positiva dell'estinto. Attraverso l'aiuto della terapia EMDR il legame con il caro scomparso viene mantenuto, ma in una modalità differente da prima, più compatibile al nuovo assetto di vita che prevede un mondo senza la presenza fisica dell'istinto, in cui tuttavia la sicurezza della relazione con la persona che non c'è più può rimanere ed essere percepita come fonte di sicurezza interiorizzata durante i momenti di sconforto.
(Per approfondire e capire cos'è l'EMDR clicca sul link)

Il lavoro con l' EMDR prevede un lavoro sul passato, ovvero rispetto agli eventi che hanno determinato l'attuale sofferenza, ma anche gli eventi precedenti legati a traumi o perdite che non sono stati completamente elaborati. In un secondo momento prevede un lavoro sul presente e su tutte quelle situazioni che ancora oggi riattivano e stimolano il dolore; si conclude poi con un lavoro sul futuro, cioè rispetto a quello che sarà il nuovo assetto di vita e tutte le situazioni che generano preoccupazione e paura.

Il momento per iniziare un intervento con la terapia emdr è quando il paziente inizia ad avvertire l'impatto emotivo dell'evento vissuto, se egli non ha ancora raggiunto questa fase è importante prima procedere con altre modalità terapeutiche.

"Ricorda che tutti quelli che incontri hanno paura di qualcosa, amano qualcosa e hanno perduto qualcosa."
H. Jackson Brown, Jr.




Bibliografia
Roger M. Solomon Phd - Utilizzo della terapia EMDR per lutto ed elaborazione del lutto