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giovedì 7 luglio 2016

Un biker in studio con me

"Ogni essere umano porta dentro di sè, gli echi delle persone care, presenti o passate, che hanno incrociato la sua strada, camminato al suo fianco ... condiviso un viaggio. "



Qualche giorno fa mi stavo recando in macchina ad un appuntamento, guidavo assorta nei miei pensieri... riflettevo sulla storia di un mio paziente e su come avrei dovuto muovermi da lì a poco quando lo avrei incontrato. Pensavo a quanto, durante i colloqui, accadesse che io sentissi parlare i suoi genitori attraverso di lui. Non intendo dire che questa persona fosse dissociata o parlasse con finte voci, ma che le idee dei suoi genitori erano diventate così pregnanti per lui da diventare proprie e impedirgli di distinguere quali fossero i suoi valori e le proprie emozioni da quelli dei propri genitori.

All' improvviso e inaspettatamente, mi supera una moto BMW turistica rombando forte, la stessa moto che,  un caro amico scomparso da quasi un anno, guidava. Il rombo del motore e la scia d'aria che si lascia dietro sembrano mischiare i miei pensieri e creare nuove associazioni: non sono solo i pazienti a portare in seduta, dentro di loro, le persone a loro care, accade anche agli psicologi. Anche io, ogni volta che entro in colloquio porto dentro di me le voci dei miei genitori, di parenti, di amici presenti o passati. A dire il vero, molte volte in studio ci sono ben più di un paziente e di una psicologa, ci sono momenti in cui sembra essere in Piazza del Duomo da quante persone ognuno di noi si è portato dietro/dentro. 
La motocicletta mi sorpassa prendendosi gioco della mia bassa velocità e presto scompare alla vista lasciandomi con una nuova consapevolezza, quel giorno e per molti altri, avrei portato con me in studio qualcosa di quel caro amico: 
  • l'entusiasmo e la passione nel fare il mio lavoro
  • un sorriso e comprensione per chi ho di fronte
  • una mente attiva e ricca di idee
  • la voglia di passare del tempo con un altro individuo

Il professionista fa un gran lavoro su sè stesso per imparare a riconoscere ciò che è ed è stato, ma a lasciare fuori dalla stanza di terapia il proprio modo di pensare ed essere, e garantire una condizione di totale non giudizio per il proprio paziente.
Ognuno di noi ha una propria storia di vita, e questa condizione umana ci accomuna tutti: professionisti e non. Ciascuno ha vissuto momenti piacevoli e spiacevoli, ha avuto e perso persone care, vive emozioni forti ed intense, e tutto ci rende qualche volta pazienti e altre psicologi, ma comunque e sempre: esseri umani.