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martedì 8 agosto 2017

PILLOLE O PAROLE ... QUESTO è IL DILEMMA!

INTEGRAZIONE, LA STRADA MIGLIORE PER OGNUNO DI NOI: PAZIENTI E PROFESSIONISTI. “IL TUTTO È PIÙ DELLA SOMMA DELLE SUE PARTI”: UNA VERA INTEGRAZIONE TRA PSICOLOGIA E MEDICINA MOLTIPLICHEREBBE I BENEFICI E I RISULTATI.


Quando, scorrendo le dita sullo schermo del mio smartphone, mi accingo a controllare la mia casella e-mail, so già che troverò decine di messaggi inutili: vendite, pubblicità, aggiornamenti da qualunque tipo di sito al quale mi sono iscritta per sbaglio o volutamente negli ultimi dieci anni....una giungla di lettere elettroniche!! Molto spesso, più con noia che con curiosità, inizio a sfogliare ed eliminare tutti i messaggi futili, giocando una sorta di caccia al tesoro alla mail che valga la pena di essere aperta e letta.

Un giorno come tanti altri il premio della mia ricerca è stato un articolo dal titolo accattivante, che parla di psicoterapia, farmaci e psichiatria. Cliccando sul link per leggerne il contenuto, temevo, in tutta onestà, di trovarmi davanti le solite cose trite e ritrite di cui si è parlato un milione di volte, ma, con grande e gradita sorpresa, l'articolo è stato inaspettatamente interessante e completamente in linea con la mia personale visione rispetto a come dovrebbe essere il rapporto tra medicina e psicologia.

Personalmente ho notato che, purtroppo e spesso, psicologi e medici invece di schierarsi sullo stesso fronte e cooperare per trovare una soluzione integrata, in favore di un maggior benessere del paziente, si arroccano sulle proprie posizioni difendendo teorie e protocolli e spendono tempo nel cercare di stabilire o dimostrare chi tra i due abbia ragione, con il rischio di percorrere strade differenti e non condivise. In qualche occasione però, ammetto con sincerità, di essermi piacevolmente ricreduta conoscendo medici e psichiatri in particolare, con una visione più umanista che organicista che mi hanno fatto continuare a credere che questa integrazione, sia ancora possibile, e la strada migliore per ognuno di noi: pazienti e professionisti.

L'articolo di cui parlo, "Il farmaco in psicoterapia" scritto dal Dottor G. Palmieri, spiega come psicoterapia e farmaco siano l'uno necessario all'altro per la cura di determinati disturbi, e come spesso ci sia un’iperprescrizione di farmaci antidepressivi alle prime avvisaglie di un disturbo, che non ha ancora raggiunto una gravità tale da necessitare una prescrizione farmacologica, ma che potrebbe essere trattato con terapie psicologiche. Segue una interessante spiegazione (supportata da una ricerca del 2010) di cosa sia l’effetto placebo e quello nocebo di un medicinale, e di quanto importante sia la relazione tra paziente e curante che lo prescrive. La conclusione dell’articolo evidenzia come il ruolo del terapeuta sia fondamentale nella comprensione, non solo della patologia di cui il paziente è affetto (la cosiddetta diagnosi), ma ancor più chi sia il paziente portatore di quella malattia: quali interpretazioni dà del farmaco?, come reagirà ai suoi effetti e alla propria vita senza i sintomi dalla malattia? Ecco che una tale comprensione svolge un ruolo importantissimo nell’identificazione della giusta terapia farmacologica e psicologica.


Come saggiamente ha affermato Aristole, e la Psicologia della Gestalt riprende: il tutto è più della somma delle sue parti”; una vera integrazione tra psicologia e medicina moltiplicherebbe i benefici e i risultati ottenibili. Riuscite ad immaginare come sarebbe poter fruire sia di un medico che di uno psicologo di famiglia? che lavorano in tandem e si danno adeguato supporto l’un l'altro per migliorare il benessere di ogni paziente? Ma questo è un tema che tratteremo in un prossimo articolo.