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mercoledì 11 dicembre 2019

EMDR: lutto, disagio cronico, perdita traumatica. Come superarli?



Se dico la parola lutto quali associazioni ti vengono in mente?
La maggior parte delle persone fa subito il collegamento con la morte di una persona cara, hanno ragione, è la prima cosa che quasi tutti pensiamo; la parola lutto, che deriva  dal verbo  latino lugere, significa piangere,  e questo di conseguenza ci permette di indicare con esso anche perdite di diversa natura, per esempio la separazione o il divorzio, aborto, la perdita del lavoro, il trasferimento in altra città o stato.

La perdita, e di conseguenza il lutto, comporta delle reazioni psicologiche, comportamentali, fisiche e sociali talmente importanti che richiedono un tempo piuttosto lungo di elaborazione, alcune ricerche hanno stimato che per superare un lutto ci sia un tempo fisiologico che si aggira intorno ai 12-15 mesi e che si caratterizza per la presenza di uno stato depressivo necessario al processo di elaborazione. Solo se questo tempo non è sufficiente per la risoluzione dello stato depressivo si può parlare di   disagio cronico.

Si parla invece di perdita traumatica quando oltre alla perdita oggettiva si aggiunge uno stress traumatico causato da circostanze specifiche, per esempio:
- l'imprevedibilità della perdita. Il fatto è stato inaspettato ed improvviso.
- l'intenzionalità dell'atto. Un omicidio premeditato. 
- la sofferenza della persona cara prima del decesso.
-l' evitabilità. Si sarebbe potuto fare qualcosa per evitarlo.
- l' età del defunto e morte prematura.

L'elaborazione del lutto, come detto sopra richiede un tempo medio lungo e procede per fasi.
Inizialmente c'è la consapevolezza della perdita, segue la reazione alla perdita , vale a dire presa di contatto con i sentimenti di dolore e le reazioni psicologiche ad esso, si procede con la costruzione di un ricordo del defunto in modo realistico e coerente con le proprie emozioni. Lasciare andare il legame con la persona persa a volte è la parte più difficile per le persone, ma una volta che si riesce a superare questo scoglio è possibile costruire un nuovo modo per affrontare la vita e poi investire in nuove esperienze e legami di vita.

Il lavoro con l'emdr aiuta quando l'elaborazione si blocca in una di queste fasi, esso permette anche l'elaborazione dei ricordi traumatici quali immagini o comunicazioni della notizia, aiuta nella ridefinizione dei significati individuali, per esempio aiuta a sostituire un pensiero disfunzionale quale "senza mio marito non potrò mai i più essere felice" con uno più funzionale "merito di essere felice ancora pur non dimenticandolo".

L'EMDR funziona anche per l'ansia?Come?
Scopriamolo insieme con il prossimo post. Arrivederci!