Quando viviamo un'esperienza negativa, come per esempio il lutto di una persona cara, una malattia, una violenza fisica o psicologica, ma anche situazioni meno gravi quali un'umiliazione o un litigio, ci sentiamo addosso la sensazione che quell'evento ci abbia lasciato un segno permanente ... a volte indelebile. Può accadere di ricordare con estrema nitidezza e dovizia di particolari quella specifica situazione.
Come mai ci succede questo?
Questo accade perché sembra esserci uno squilibrio nel sistema nervoso causato forse da cambiamenti a livello dei neurotrasmettitori, questo squilibrio permette all'evento disturbante di essere conservato a livello neurologico sotto forma di immagini, suoni, emozioni e sensazioni fisiche. Pensate per esempio a una situazione per voi traumatica e magari accaduta molto tempo fa, non siete ancora in grado di rivedere le immagini in modo nitido e preciso? Di ricordare le parole dette in modo dettagliato? O di sentire ancora un certo rumore o odore sperimentato a quel tempo? E non vi capita anche, qualora proprio quelle parole, quell'odore o rumore si manifesti nella vostra quotidianità di vivere ancora uno stato fisico ed emotivo simile o uguale a quello sperimentato nel passato?
Questo accade proprio perché il ricordo originale, conservato in modo disturbante, può essere ancora innescato da stimoli interni o esterni, e presentarsi sotto forma di reazioni fisiche ed emotive, incubi, flashback, pensieri intrusivi.
L'ipotesi alla base dell'emdr è che i movimenti oculari, ma anche tipi di stimolazione alternativa, riattivino un meccanismo fisiologico in grado di elaborare la situazione negativa sperimentata.
Il modello teorico sul quale si basa l'emdr è quello dell'elaborazione accelerata dell'informazione, che sostiene che il corpo sia in grado di guarire dopo una ferita; tuttavia la guarigione a volte può essere interrotta dalla presenza di un ostacolo, che se rimosso lascerà al corpo la possibilità di continuare a guarire. L'ostacolo in questo caso è proprio l'informazione disfunzionale bloccata a livello neurologico, ovvero quella particolare immagine, suono, rumore che ci è rimasto in mente.
Il nostro cervello è un insieme intricato di neuroni, che fanno contatto gli uni con gli altri e che in questo modo creano reti interconnesse, quando nella nostra vita accade un trauma, è come se quella determinata informazione, immagine, emozione, pensiero o sensazione del corpo, si congelasse in una specifica rete neurale e rimanesse lì in modo durevole nel tempo. In qualche modo quella rete è isolata perché non più in grado di fare un buon contatto con le altre, di conseguenza non è possibile che l'informazione traumatica esca e che informazioni più adattive entrino. L'elaborazione di una situazione traumatica avviene proprio quando questa rete neurale si sblocca e ritorna a fare un buon contatto con le altre.
Vi aspetto mercoledì prossimo, arrivederci!
E' possibile riattivare la guarigione che si è "bloccata"?
Sì, è possibile, e ne parleremo nel prossimo post!
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